Il Titanic romano che dormiva sul fondo di Nemi
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Le navi imperiali di Caligola: dal delirio alla conflagrazione
Una storia vera ambientata su un lago che custodisce ancora il suo mistero.

Lago di Nemi, Nascosto tra fitte foreste e colline vulcaniche nei Castelli Romani, a sud di Roma, fu sede di uno dei progetti più stravaganti dell'Impero. Ai suoi piedi, per secoli, giacevano due navi colossali commissionate dall'imperatore Caligola, autentici palazzi galleggianti progettati non per viaggiare lontano, ma per mostrare il potere dell'imperatore come se fosse un dio sull'acqua.
Queste navi, una lunga circa 70 metri e l'altra quasi 75, erano molto più che semplici imbarcazioni. Funzionavano come residenze imperiali mobili, Queste camere erano dotate di pavimenti in marmo policromo, colonne e capitelli in bronzo, mosaici, sculture, fontane, stanze private e persino sistemi di riscaldamento. Le scoperte del 1940 hanno portato alla luce anelli in bronzo a forma di teste di animali, oggetti rituali e pezzi che potrebbero essere appartenuti a mobili di lusso, fissati al pavimento per impedirne il movimento.
A 1940, Con l'appoggio personale di Benito Mussolini, un team di archeologi riuscì a prosciugare parzialmente le acque del lago, riportando alla luce ciò che fino ad allora era sembrato quasi un mito. Ciò che emerse lasciò senza parole anche i più scettici. navi monumentali, decorato con marmi, bronzi, mosaici, colonne e dettagli che ci si aspetterebbe solo in una villa imperiale sulla terraferma.
Caligola, che regnò tra il 37 e il 41 d.C., è ricordato dalle fonti antiche come un imperatore affascinato dalla teatro del potereEccentrico, autoritario e profondamente narcisista, si faceva adorare come un dio vivente e si costruiva spazi che sfidavano ogni limite. Queste navi, ancorate in un lago chiuso come se il mondo ruotasse attorno al suo riflesso, sono il simbolo migliore di quell'impulso megalomane.
Sono stati celebrati banchetti serali, Cerimonie religiose e feste private. I resoconti parlano di musicisti, danzatori, poeti, profumi e lampade accese riflesse nell'acqua. Le tavole erano imbandite con pietanze provenienti da tutto il Mediterraneo: fagiani, cinghiali, pavoni, ostriche, frutta esotica e vini mescolati a miele, spezie e petali di fiori. Più che cene, erano scenografie viventi per l'autocelebrazione dell'imperatore.
Alcune fonti suggeriscono che Caligola amasse trasformare il lago in un palcoscenico quasi teatrale, organizzando spettacoli di luci, sfilate di piccole imbarcazioni attorno alle navi e rituali legati a dee come Diana o Iside, i cui culti erano associati al lago e alla natura. In quel contesto, Le candele non avevano solo una funzione pratica, ma potevano anche essere decorative: grandi superfici di colore visibili dalle rive, al servizio dello spettacolo.
Dopo il salvataggio, le navi furono installate in un museo appositamente costruito sulla riva di Nemi. Ma in 1944, Durante gli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale, un incendio legato al conflitto li distrusse quasi completamente. La causa esatta rimane dibattuta: per alcuni, fu una conseguenza diretta delle operazioni militari; per altri, un atto intenzionale. Quel che è certo è che l'incendio cancellò per sempre gran parte di ciò che era sopravvissuto sott'acqua per secoli.
Oggi, il Museo delle Navi Romane di Nemi conserve repliche parziali, modelli e pezzi recuperati che ci permettono di immaginare la portata di quel progetto imperiale. Restano frammenti di legno, elementi in bronzo, decorazioni e ricostruzioni basate su progetti e fotografie scattate prima dell'incendio. Il resto è lasciato all'immaginazione: l'eco dei banchetti, le candele accese, il riflesso delle torce sul lago calmo.
Se oggi visiti Nemi
Il museo si trova a pochi passi dal lago e può essere esplorato in breve tempo, consentendo di abbinare la visita a una passeggiata nel borgo e lungo le terrazze panoramiche che si affacciano sul cratere. Da questi punti panoramici, il lago di Nemi appare tranquillo e autosufficiente. Tuttavia, conoscendone la storia, è facile immaginare come, in passato, le notti fossero illuminate da feste imperiali che rendevano questo piccolo lago uno scenario unico nel mondo romano.
Il legame tra navi e potere non era esclusivo di Roma. Molto prima, nelle città sumere di Eridu e Uruk, l'acqua sosteneva anche navi cariche di mito e memoria.
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