Fontaine-de-Vaucluse
🌿 Il pozzo che canta nel profondo.

A volte, la meraviglia appare dietro l'angolo...
A volte i viaggi più magici non avvengono tra grandi capitali o su cartoline ripetute. A volte, la meraviglia appare dietro una curva, come se ti stesse aspettando. Era proprio questo: una rivelazione nascosta tra colline, lavanda 🪻 e sussurri d'acqua.
Siamo arrivati cercando poco e abbiamo trovato un abisso.
Alla fine del paese, dopo aver attraversato strette vie acciottolate e botteghe profumate, ci imbattiamo in una sorta di altare naturale: la sorgente della Sorgue. A prima vista, sembra un pozzo, una cavità oscura che potrebbe essere l'ingresso a un'altra dimensione. Ma è molto di più.
Cos'è questo pozzo?
È la sorgente più potente di Francia e una delle più grandi al mondo. Non è un pozzo artificiale, ma un fenomeno geologico: l'acqua sgorga da un'immensa caverna sotterranea, dopo aver percorso chilometri sotto la catena montuosa del Vaucluse.
Tanto mistero alimentò l'ossessione: nel 1946, Jacques Cousteau tentò di immergersi per esplorarlo... ma i suoi sub subirono un incidente con le bombole di ossigeno e il tentativo fu abbandonato. Solo nel XXI secolo, con l'aiuto di robot e tecnologie moderne, una parte del sistema fu mappata. La cosa curiosa è che non si sa ancora con certezza da dove provenga tutta quell'acqua.
Sì, hai letto bene. Ci sono ancora segreti sulla Terra.
Bajamos hasta el borde, y el silencio era denso. El agua, oscura como tinta de noche, parecía respirar. No corría, no saltaba, emanaba. Casi se podía escuchar su canto grave, como si el fondo escondiera voces de piedra. Me quedé quieta un rato, sin pensar nada útil. Simplemente sintiendo que algo profundo estaba pasando.
Poi tornammo al villaggio, come si torna da un sogno.
Passeggiavamo tranquillamente tra bancarelle di artigianato profumate di lavanda, miele e biancheria pulita. A una fiera, ho trovato asciugamani ricamati con api e bouquet di violette: il souvenir perfetto a metà tra l'utile e il poetico.
La città sembrava un acquerello, con ogni angolo dipinto con delicate tonalità di lavanda, miele e pietra antica.
E in un angolo tranquillo, scopriamo la casa dove Petrarca visse tra il 1337 e il 1353. Lì scrisse, amò, dubitò e meditò. Non si può fare a meno di chiedersi se anche lui si sedesse accanto alla sorgente, ascoltasse lo stesso silenzio, lasciasse scorrere lo stesso battito sotterraneo.
Dopo, ci siamo diretti al ristorante sulla Sorgue – non un grande fiume, ma piuttosto un torrente impetuoso e cristallino – dove una piattaforma di legno galleggiava dolcemente sull'acqua. Il mormorio del fiume e il profumo del pane appena sfornato accompagnavano un pranzo semplice, quasi infantile, come se il mondo si riducesse a buon pane, vino locale e alla certezza di trovarsi in un luogo che non ti abbandona così facilmente.
Vaucluse non è solo un luogo: è una sensazione che rimane, come l'eco di qualcosa che ti ha toccato senza parole.